Per un bicchiere di alcol perdi quasi 10 anni di cervello, ma con il pesce ne recuperi un paio

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    Ma le cose cambiano per le donne: quelle che bevono moderatamente stanno meglio di quelle che non bevono affatto



    alcol mente

    Sei un maschio con almeno 44 anni e non più di 69 ? Quanti alcolici, birre o bicchieri di vino bevi alla settimana? Secondo uno studio condotto per 12 anni su oltre 7mila persone (5.054 uomini e 2.099 donne) dai ricercatori delle Università di Londra e di Parigi e appena pubblicato sulla rivista Neurology, se il tuo consumo di alcol supera i 36 grammi al giorno, cioè se non sai rinunciare al tuo “cicchetto” quotidiano e spesso vai anche oltre, in 10 anni acceleri di 2,4 anni il normale declino cognitivo da invecchiamento, di 5,7 quello della memoria e di 1,5 quello delle cosiddette funzioni esecutive, quelle che usiamo in compiti complessi dove è implicato un processo decisionale (il cosiddetto decision making). La somma di questi effetti porta a un’accelerazione media del deficit cognitivo globale di 9,6 anni cosicché, se hai alzato a lungo il gomito, nel gennaio 2024 per il tuo cervello sarà già il giugno del 2033.

    STUDIATI DA GIOVANI - Questo studio ha per la prima volta cercato di verificare le conseguenze sulle fasi tardive della vita degli abusi verificatisi prima (da 44 a 69 anni), mentre finora si studiava la situazione quando ormai era stata raggiunta una certa età e il danno non era più distinguibile da quello dovuto all’invecchiamento.

    SUPERALCOLICI - L’associazione più chiara è risultata con i super-alcolici piuttosto che con le altre bevande alcoliche e appare altrettanto chiaro che negli astemi, in quelli che hanno smesso di bere o in chi beve moderatamente (meno di 20 grammi al giorno) il decadimento cognitivo non va incontro ad accelerazioni e procede lungo le normali tappe dell’invecchiamento.

    MA LE DONNE - Le donne hanno una risposta più complessa: per quanto anche su di loro l’eccesso abbia effetti nefasti, l’astinenza completa è ugualmente poco raccomandabile perché le astemie da almeno 10 anni presentano, sia nel declino cognitivo globale, sia nelle funzioni esecutive, un’accelerazione simile a quella dei maschi che alzano il gomito. Le donne che bevono moderatamente stanno meglio di quelle che non bevono affatto, ma al di sopra di 19 grammi al giorno (un valore soglia più basso di 1 grammo rispetto all’uomo) cominciano a decadere soprattutto le funzioni esecutive, come nelle astemie. Gli Autori non sanno spiegare la diversa risposta fra i due sessi, ma è noto che la donna sopporta l’alcol meno dell’uomo per un differente tipo di metabolismo ed è probabile che in questo substrato metabolico si nasconda il motivo della sua diversa risposta cognitiva.

    OMEGA TRE - A proposito della possibilità di conservare a lungo la cognitività delle donne, arriva, sempre su Neurology, un altro studio delle Università del Sud Dakota e di San Francisco che risolve anche una diatriba che si trascina da tempo circa la possibilità di contrastare il decadimento cognitivo con omega tre, gli acidi grassi dei pesci di cui è costituito il 30-40% della nostra sostanza grigia e che, secondo numerosi studi, si riduce vistosamente nelle demenze. Numerose sono state finora le contestazioni circa la reale utilità non tanto di una dieta ricca di pesce, quanto di una supplementazione con omega-3 degli integratori di sintesi.

    PIU’ CERVELLO - Dal nuovo studio (Women’s Health Initiative Memory Study) emerge ora una prova tangibile dell’utilità di questi acidi: facendo aumentare per 8 anni la loro concentrazione ematica in 1380 donne con età media di 78 anni, quando c’è da attendersi un’iniziale fisiologica riduzione del volume cerebrale, alla risonanza magnetica si osserva invece che in quelle in cui la concentrazione di omega-3 era più che raddoppiata (7,5% rispetto a 3,4) si verifica un incremento del volume cerebrale totale, con aumento dei lobi, dei gangli basali, del sistema limbico e in particolare dell’ippocampo (2,7%), area precipua per la gestione della memoria.

    FINO A 2 ANNI DI CERVELLO GUADAGNATI - Un simile risultato testimonia che, grazie a una dieta mirata solo in qualche caso supportatata da integratori, queste sostanze, quantomeno nella donna, si oppongono al declino della funzione cognitiva o allo sviluppo di malattie come la demenza che si accompagnano ad atrofia cerebrale, facendo guadagnare, secondo gli Autori dello studio, da 1 a 2 anni di cervello in salute.

    POCO ALCOL E TANTO PESCE - Questi due studi ci dicono che, qualunque sia il nostro sesso, conviene non alzare il gomito quando si è giovani adulti e che solo per le donne è meglio non smettere del tutto di bere. In ogni caso una marcia in più arriva da una dieta ricca di pesce che apporta una buona quota di omega-3 anche senza bisogno di supplementazioni con integratori di sintesi che talvolta finiscono per essere esagerate in una dieta variata e completa che comprende ad esempio le noci o la frutta secca in grado di vicariare gli omega-3 del pesce che a qualcuno può anche non piacere

    Corriere.it
     
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