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La doppia elica del Dna finalmente fotografata dal microscopio: si tratta della prima immagine ufficiale dei filamenti, una notizia molto importante per la ricerca e gli studi dedicati all’interazione tra il Dna e le proteine, tra l’Rna e le altre biomolecole. Ed è tutto merito di alcuni ricercatori italiani: in tempi di fuga di cervelli illustri nostrani all’estero, sono davvero delle belle soddisfazioni!
La prima fotografia della doppia elica del DNA è stata realizzata dai ricercatori dell’Istituto Italiano di Tecnologia, l’Iit, di Genova: gli studiosi sono riusciti a posizionare i filamenti del Dna, senza rovinarli, su una superficie di silicio, un vero e proprio supporto per permettere lo scatto di questa fotografia che entrerà sicuramente nella storia. Mai prima d’ora era stato possibile avere un’immagine del genere!
E’ stata la rivista internazionale Nanoletters a pubbblicare per prima questa immagine accompagnata dalla ricerca degli studiosi italiani. “Direct Imaging of DNA Fibers: The Visage of Double Helix“, questo il titolo dedicato allo studio dei nostri ricercatori, che hanno così permesso di entrare direttamente nel cuore di una cellula, per studiarne i “movimenti” e le interazioni con altri elementi.
Sono passati quasi 60 anni dalla prima volta che la doppia elica del Dna venne scoperta: era, infatti, il 1953, quando vennero utilizzati i raggi X. Oggi gli studiosi dell’istituto genovese, attraverso i fasci di elettroni e questo particolare metodo, sono riusciti ad andare oltre. E presso i dipartimenti di Nanostrutture e di Nanochimica dell’Iit, grazie anche alla collaborazione con l’università della Magna Grecia, è stato possibile avere questo scatto, opera di Enzo Di Fabrizio.
La nostra ricerca muove dalla consapevolezza che per approfondire la conoscenza del funzionamento del Dna, è ormai necessario disporre di nuovi strumenti che ci permettano di svelarne in modo diretto la struttura e le funzioni, sia nella parte codificante che in quella non codificante.
I ricercatori hanno dovuto prima racchiudere i filamenti del Dna in una goccia di soluzione, che è stata poi appoggiata sul dispositivo che grazie alle micro-colonne l’ha sostenuta. Pian piano la soluzione è evaporata (momento nel quale i filamenti sono stati “stesi”) ed è stato attivato il microscopio elettronico.
Un duro lavoro, fatto di precisione e attenzione, che ha portato ad ottimi risultati. Ecco com’è il Dna con la sua doppia elica!
Via | Corriere
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