[RECENSIONE] Everybody's Tennis

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    La serie Everybody’s di Clap Hanz è stata una delle più apprezzate dai possessori di console Sony nell’ultimo decennio, soprattutto grazie a due eccellenti titoli golfistici, usciti prima su console casalinga e poi su portatile, ma anche per merito di un altrettanto sbarazzino gioco di tennis, che compie oggi lo stesso percorso, passando dal salotto di chi ancora non si è disfatto della sua indistruttibile Playstation 2 allo schermo 16/9 di PlaystationPortable, con il medesimo titolo di Everybody’s Tennis (Hot Shots Tennis nella versione NTSC USA).
    Vediamo se si tratta di un ace o di un deludente net per tutti gli amanti del tennis portatile.


    Tennis alla giapponese
    Ciò che ha decretato la fortuna di questa serie di titoli, sopra ogni altra cosa, è stata la facilità d’approccio alla materia golfistica prima e tennistica poi, senza eccessive pretese simulative, e nel contempo la capacità di tenere incollato il videogiocatore allo schermo per parecchie settimane, grazie ad una grande varietà di percorsi e di item da sbloccare, uno più fuori di testa dell’altro.
    Ovviamente, squadra che vince non si cambia, e anche la versione portatile di Everybody’s Tennis gode degli stessi punti di forza che hanno sempre contraddistinto la serie: alla prima accensione della PSP con l’UMD inserito il gioco ci darà la possibilità di installare una parte dei dati su Memory Stick per accorciare significativamente i tempi di caricamento, che non sono dei più brevi.
    Le modalità di gioco sono quelle classiche, da Tennis Per Uno, dove è possibile intraprendere la lunga modalità storia oil classico match singolo, alla modalità multigiocatore che, caso ormai più unico che raro nel panorama PSP, consente il gioco fino a quattro giocatori in locale con una sola copia del gioco, una feature graditissima che purtroppo è stata largamente sottoimpiegata nel ciclo vitale della console portatile Sony.
    Non poteva mancare il negozio, dove spendere i crediti guadagnati con le nostre prestazioni sul rettangolo di gioco nelle tenute più idiote e scanzonate che si siano mai viste su console, in linea con quelle dei due episodi golfistici approdati anche su PlaystationPortable, quando non peggio (gli Helghast di Killzone che imprecano per un doppio fallo proprio non potete perderveli!).
    Dopo un paio di match veloci, utili ad acclimatarsi ad un sistema di controllo semplice e immediato, abbiamo affondato i denti nella modalità principale.


    JRPG sotto rete?!?
    La storia è, e lo diciamo subito per evitare equivoci di sorta, uno dei pregi migliori e nel contempo uno degli elementi meno riusciti della produzione. Il perché è presto spiegato: dato che il gioco è stato programmato e pensato principalmente per il Giappone, paese dove la saga ha riscosso ancora più successo che da noi, facendo vendere anche un buon numero di PSP, e visto che gli utenti della terra del Sol Levante impazziscono per qualsiasi prodotto che abbia anche solo un vago sentore RPG, i programmatori di Clap Hanz hanno accentuato notevolmente questa componente del titolo, appena abbozzata nelle precedenti incarnazioni della serie, fornendo il titolo di una trama e infarcendo la modalità Storia di dialoghi a nostro avviso futili e vuoti.
    Questo sortisce, all’atto pratico, un duplice effetto: da un lato prolunga notevolmente l’esperienza di gioco, che tra chiacchiere inutili e match man mano sempre più impegnativi, sarà davvero degna del migliore gioco di ruolo disponibile per la piccola di casa Sony, dando valore all’oneroso investimento fatto e coinvolgendo il giocatore per svariate settimane se davvero si volesse sbloccare tutto lo sbloccabile.
    Dall’altro tuttavia una storia lenta, pretestuosa e infantile, davvero fuori contesto in un titolo sportivo di stampo arcade, finisce con il diluire eccessivamente i tempi di gioco, creando fastidiosissimi tempi morti tra un match e l’altro e togliendo un po’ di quel sano agonismo che è alla base del successo di questo genere di prodotti, come anche dello sport reale: non passerà molto prima che vi diate alla pressione ossessiva del tasto X durante le sezioni testuali solo per tornare quanto più velocemente possibile in campo.
    Chi scrive, ai lettori più affezionati sarà ben noto, è un grande amante dei JRPG, ma non per questo vanno lodati dei tentativi goffi di inserire elementi ruolistici in ogni circostanza, come cavoli a merenda: passi il sistema di crescita graduale degli avatar disponibili, la cui batteria si arricchirà notevolmente man mano che avanzeremo nella storia, ma erano proprio necessari tanti, inutili, ballooon di testo?
    Da quanto detto finora, potrebbe sembrare di trovarsi dinanzi ad una mezza delusione: niente di più sbagliato.
    Se non abbiamo gradito la svolta “RPG” del titolo, il nocciolo dello stesso rimane maledettamente buono, e le ore che passerete in compagnia dell’ultima fatica Clap Hanz saranno tra le più divertenti degli ultimi mesi per i possessori di PSP: il sistema di controllo è magnificamente reattivo, e con soli tre tasti (X per il colpo normale, triangolo per il pallonetto e cerchio per lo slice) vi permetterà una enorme variabile di mosse diverse, dando soddisfazione tanto al veterano della serie quanto ai casual gamer di nuova generazione, che si sentiranno a loro agio dopo pochissimi minuti, grazie anche ad un livello di difficoltà leggermente più tollerante di quanto visto in passato, e la cui curva di apprendimento si alza sempre con grande dolcezza.
    Esattamente come i suoi predecessori, Everybody’s Tennis si lascia giocare in maniera piacevole, e, sotto una veste sbarazzina e arcade, nasconde un cuore simulativo nemmeno troppo celato, in grado di restituire maggiori soddisfazioni a chi privilegia un tennis pulito e tecnico, piuttosto che ai giocatori della domenica.
    Va segnalata una certa mancanza di varietà rispetto alla controparte golfistica prodotta sempre da Sony, ma questo riteniamo sia più da addebitare allo sport simulato (il tennis è sicuramente più monocorde del golf) che non a colpe oggettive del team di programmazione.


    Arcobaleno di colori
    Se è vero che Everybody's Tennis nasconde le sue più che buone qualità simulative sotto una patina di gioco rapido e poco serioso, allo stesso modo, sotto una veste grafica tutta colori, costumi strampalati e personaggi con i tipici occhi a palla del design orientale, si cela un motore grafico di ottima qualità, privo di incertezze sia durante i doppi in single player sia in multiplayer locale, con texture apprezzabili e personaggi dagli angoli sufficientemente tondeggianti da farli sembrare credibili.
    La palette di colori è in piena sintonia con l’estate, i replay sono spettacolari e cartooneschi, ed in generale non ci si può lamentare del comparto grafico del titolo, funzionale e piacevole.
    Meno entusiasmo ha suscitato invece il sonoro, pur senza demeriti particolari: per questioni di spazio e di opportunità, la grande mole di dialoghi cui facevamo riferimento in precedenza non è doppiata, e le musiche, amene quanto basta, accompagnano l’azione a schermo senza enfatizzarla o impreziosirla più di tanto.
    Ci siamo già parzialmente espressi sul fattore longevità e rigiocabilità: il gioco, grazie ad una quantità immane di sbloccabili tra personaggi, costumi e accessori e ad una modalità principale durevole, soddisfa appieno su questo versante, e non è assolutamente escluso che, anche portata a termine la Storia, tornerete di quanto in quanto sui campi di Everybody’s Tennis per una partita rapida e adrenalinica.
    Non aspettatevi però una difficoltà mostruosa, perché noi, durante le lunghe ore di test, non siamo mai stati sconfitti, sebbene alcuni match siano stati molto tirati: la politica è chiara, ed è quella di coinvolgere anche le nuove generazioni, proverbialmente allergiche ai giochi troppo impegnativi.


    Commento Finale
    Con una modalità principale denominata semplicemente Campagna e non Storia, scevra da tonnellate di dialoghi del tutto accessori, magari con un livello di difficoltà leggermente più impegnativo, staremmo davvero parlando di un capolavoro.
    Invece Everybody’s Tennis, che pure rimane un titolo caldamente consigliato, soprattutto in periodo estivo per un’iniezione di adrenalina anche sotto l’ombrellone, non riesce a raggiungere l’olimpo dei titoli PSP.
    Ma, si sa, spesso la differenza tra un grande gioco e un capolavoro senza tempo la fanno proprio i particolari...


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