6 cose che non sai sui mancini

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    Perché ci dividiamo in destrimani e mancini rimane un mistero, ma la scienza comincia a mettere alcuni punti fermi. Ecco le ultime scoperte.

    PAESE CHE VAI, MANCINO CHE TROVI. Quasi il 90% delle persone è destrimano, il restante 10% mancino. Ma la proporzione non sarebbe esattamente la stessa sempre e ovunque. Le percentuali più alte di mancini si troverebbero nel regno Unito, Olanda e Belgio, mentre le più basse in India, Cina e Giappone.
    Di sicuro, a influenzare quale mano uno utilizza di preferenza sono anche cultura e società: tra gli australiani nati nel 1880 (quando si tendeva anche con la forza a scoraggiare l’uso della sinistra), per esempio, solo il 2% era mancino, mentre tra quelli nati nel 1969 il 13%.
    Esaminando cinque millenni di rappresentazioni artistiche di attività manuali (dalla scrittura al lancio di giavellotti), uno studio ha trovato che in circa l’8% delle raffigurazioni è presente un mancino.
    Altra curiosità: tra le frecce nella faretra di Ötzi, l’uomo vissuto 5mila anni fa e ritrovato tra i ghiacci delle Alpi Venoste, una era stata preparata da un mancino.

    IL POLLICE PREFERITO. Già nell’utero, alla decima settimana di gestazione, il 90% dei feti muove di più il braccio destro del sinistro, e da quando inizia a succhiarsi il pollice solo il 10% preferisce il sinistro, stessa proporzione che si osserva tra gli adulti. Un’ipotesi è che sia il fatto di utilizzare una mano più dell’altra a indurre la specializzazione dei due emisferi del cervello, e non il contrario. Secondo alcune ricerche, un’esposizione più alta al testosterone durante la vita uterina, che rallenta la maturazione dell’emisfero sinistro (quello dominante per i destri) indurrebbe più feti a diventare mancini. Potrebbe essere questa la ragione per cui, secondo un altro studio, durante i mesi invernali – dicembre, gennaio, febbraio – nascono più mancini: i bambini che vengono alla luce in questi mesi hanno passato l’estate nella pancia e, alle nostre latitudini, sono stati più esposti alla luce solare, che favorisce la produzione di testosterone

    SPORTIVI AVVANTAGGIATI? È quasi certo di sì, in particolare per gli sport in cui c’è un confronto tra due avversari, come nel tennis, nella boxe, nel baseball. Ma non per strane ragioni di maggiori abilità motorie, bensì per l’effetto “sorpresa”. I mancini sarebbero più abituati a fronteggiare un avversario destrimano di quanto avvenga al contrario. In sport in cui non c’è un confronto a due, il vantaggio sparirebbe.

    LA GENETICA C’ENTRA, MA NON TANTO. Fino a non molto tempo fa, si dava per scontato che a determinare il mancinismo fosse un unico gene, ma nelle analisi sul genoma questo gene che dovrebbe determinare quale mano diventa dominante non è mai saltato fuori. Di recente si è giunti alla conclusione che i geni coinvolti devono essere molti di più. Un candidato “interessante” è però emerso negli ultimi tempi: è il gene coinvolto nei meccanismi che danno luogo all’asimmetria degli organi del nostro corpo, e che è mutato nelle persone affette da situs inversus, la condizione in cui la posizione degli organi è invertita rispetto al normale (per esempio il cuore è a destra e il fegato a sinistra). Lo stesso gene sarebbe coinvolto anche nel mancinismo.

    TUTTI MANCINI. Se è vero che esistono individui, cani, gatti, perfino orsi polari che usano di preferenza una zampa o l’altra, non si conosce però nel regno animale una specializzazione verso un lato – sia il destro o il sinistro – così spiccata come tra gli esseri umani. Gli unici altri animali a dimostrare a livello di popolazione una specializzazione simile alla nostra sono i pappagalli: il 90% di loro sembra preferire la zampa sinistra per afferrare gli oggetti.

    INCROCI MANO-CERVELLO. Chi è destrimano tende a processare il linguaggio con l’emisfero sinistro del cervello. Lo dimostra per esempio il “test di Wada”, talvolta usato dai neurochirurghi per evitare di danneggiare parti dl cervello essenziali per il linguaggio. Mentre il paziente parla tenendo le mani sollevate, gli viene iniettato un anestetico nella carotide sinistra, che “addormenta” quella parte del cervello. A questo punto, il 90% dei destrimani perde il controllo della mano destra, e non riesce più a parlare. Anche tra i mancini, però, è il 70% a perdere l’uso della parola: per la maggioranza è comunque l’emisfero sinistro a essere specializzato nel linguaggio. Mentre solo il restante 30% processa il linguaggio con l’emisfero destro o con entrambi. Perché l'asimmetria mano-emisfero cerebrale-linguaggio valga per la maggior parte dei destri e non per i mancini rimane un mistero.

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