Il tuono di Pascoli: analisi e commento

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    il tuoni di pascoli

    Tra i più grandi autori della letteratura italiana, un posto di prim'ordine viene occupato senza dubbio da Giovanni Pascoli. Il poeta, nel corso della propria vita, si è reso autore di opere letterarie immortali, ma la propria consacrazione stilistica, avviene nella raccolta Myricae, dal quale spicca "Il tuono", un brano dal profondo significato, del quale sono disponibili analisi e commento.

    "Il tuono", viene composta dal Pascoli, alcuni anni dopo "Il lampo", un'altra lirica in cui il poeta introduceva i lettori nel proprio universo, utilizzando un linguaggio fortemente impressionistico, conferendo ad elementi inanimati come la terra, il cielo, la casa, sentimenti squisitamente umani. E proprio nella poesia che analizzeremo in questa guida, ovvero "Il tuono", avviene il naturale compimento del lavoro che Pascoli aveva iniziato con "Il lampo". Le ragioni che inducono a pensare a uno stretto collegamento tra le due liriche sono molteplici. Innanzitutto, lo stesso metro; l'autore infatti struttura i versi secondo lo stile della ballata piccola di endecasillabi. L'argomento trattato poi, sottolinea come Pascoli identifichi nel temporale la manifestazione più significativa del male universale che tiene asserragliata l'intera umanità.

    Analizzando il testo, balza subito agli occhi di chi legge, che la poesia si apre con un unico verso, che tramite la congiunzione "e", suggerisce al lettore come il poeta riprenda quasi un discorso lasciato in sospeso in precedenza, una riflessione non compiuta, un pensiero inespresso totalmente. Il secondo verso, graficamente separato, ma concettualmente connesso col primo, dà inizio ad una descrizione vibrata e sonora dell'improvviso scoppio del tuono, la cui drammaticità è accentuata dalla scelta linguistica molto ritmica del Pascoli. Nei versi successivi, l'autore descrive con assoluta maestria il decrescere di un fragore che va progressivamente attenuandosi, mentre il ritmo si fa più lento e scandito dal ripetersi della congiunzione "e". La lirica si chiude con l'immagine dolcissima di un canto materno e del leggero movimento di una culla, che oppone allo scatenarsi della natura descritto poco prima, un sentimento di intima serenità.

    Il messaggio che traspare dalla poesia del Pascoli, è quello di un'umanità fortemente intrisa dall'angoscia e dal male. Una dimensione terrestre in cui il pericolo è dietro l'angolo, e può scaturire all'improvviso, con la stessa irruenza, la stessa potenza devastante di un tuono, pronto a turbare la fragile vita umana.
    Una vita che può essere rassicurata soltanto dalla presenza degli affetti familiari, che costituiscono un nido senza tempo in cui è possibile rifugiarsi, l'unica difesa dai pericoli esterni, e che caratterizzano un tratto tipico del pensiero pascoliano, dove il simbolo dell'amore (il canto della madre), e l'idea di un'originaria innocenza (la culla), forniscono un'immagine consolatoria al lettore all'interno di uno scenario che si era presentato inizialmente drammatico e cupo..

    vivalascuola.it
     
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