La formula segreta per aumentare la propria memoria

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    memoria
    La formula segreta per aumentare la propria memoria

    Tranquillo, non voglio annoiarti a morte spiegandoti i meccanismi biochimici che regolano la nostra memoria. La formula di cui ti parlerò in questo articolo in realtà è molto semplice da ricordare, e una volta che ne avrai capito il meccanismo di base non ci sarà più libro di testo, data o fatto storico che potrà sfuggire alla tua memoria. Sei pronto? Eccola qua…
    Memoria = (Emozioni x Frequenza) / Tempo

    Questa semplice formuletta afferma che: la nostra capacità di memorizzare un’informazione è direttamente proporzionale alle emozioni che tale informazione ha suscitato in noi e alla frequenza con cui questa informazione ci viene riproposta; mentre è inversamente proporzionale al tempo intercorso tra la prima volta che abbiamo recepito quella specifica informazione e l’ultima volta che lo hai fatto.

    Non c’hai capito ‘na mazza, vero? Ok, semplifichiamo!

    Se vuoi memorizzare qualcosa devi provare delle forte emozioni, ripetere l’esperienza quante più volte possibile e fare il tutto nel più breve lasso di tempo.

    Così va meglio, eh? Vediamo allora nel dettaglio i 3 elementi chiave della formula: le Emozioni, la Frequenza ed il Tempo.

    Emozioni

    Pensa ad un ricordo della tua infanzia che è ancora cristallino nella tua mente: cosa stavi facendo in quel momento? Ma soprattutto, cosa stavi provando?

    Sono pronto a scommettere una tazzina di caffè che questo ricordo è legato a delle emozioni positive/negative molto forti. Dico giusto o ho ragione?

    Le emozioni giocano un ruolo fondamentale nel processo di memorizzazione. Le emozioni sono come il materiale su cui i ricordi vengono scritti: soffice sabbia di battigia per quei ricordi che non hanno suscitato in noi particolari emozioni, marmo scolpito per quei ricordi che ci hanno stravolto la vita.

    CITAZIONE
    Andre, questa cosa del legame tra emozioni e memoria è tanto interessante quanto… inutile! Con tutta la buona volontà, studio delle materie talmente noiose che per emozionarmi un minimo dovrei darmi una martellata sull’alluce!

    Vedo che hai colto il punto: spesso abbiamo difficoltà a memorizzare, proprio perché non riusciamo ad instaurare alcun rapporto emotivo con ciò che stiamo studiando. Lo so, lo so, non è facile emozionarsi per un trattato di biologia molecolare o un testo di diritto privato, ma EfficaceMente che ci sta a fare se non ti fornisce qualche bella soluzione pratica?
    Ripetere in dialetto

    Ai tempi dell’università il trucchetto che utilizzavo più spesso per memorizzare trattati di ingegneria mortalmente noiosi era quello di ripeterli sostituendo di tanto in tanto alcuni termini altisonanti con qualche bella espressione in dialetto marchigiano. Così ad esempio, la seguente definizione:

    CITAZIONE
    “Il controllo automatico di un dato sistema (di un motore, di un impianto industriale, di una funzione biologica come il battito cardiaco) si prefigge di modificare il comportamento del sistema da controllare (ovvero le sue uscite) attraverso la manipolazione delle grandezze d’ingresso”.

    diventava,

    CITAZIONE
    “Il controllo automatico di un aggeggio serve a cambia’ quello che fa ‘sto coso (ovvero quello che scappa) andando a modifica’ quello che ce metti dentro”.

    Naturalmente, nel corso degli orali ho sempre risposto alle domande in perfetto italiano, che neanche l’Accademia della Crusca, ma il trucchetto del dialetto mi permetteva di ottenere un duplice risultato:

    1. Se riesci a descrivere qualcosa nei termini più semplici possibili, come se lo dovessi spiegare a tua nonna, significa che hai capito davvero quanto stai studiando e la comprensione è fondamentale per la memorizzazione.
    2. Ripetere certe definizioni tecniche in dialetto ti fa sentire talmente ridicolo, che le emozioni di ilarità che avrai scatenato scolpiranno le informazioni nella memoria.

    Ripetere in dialetto è solo una delle possibili tecniche che puoi utilizzare per memorizzare attraverso le emozioni. In generale ti suggerisco di rendere le tue sessioni di studio “memorabili”: ripeti ad alta voce gesticolando in modo plateale come se fossi sul palcoscenico di un teatro, associa personaggi buffi di cartoni animati o sitcom televisive agli argomenti di studio creando storielle improbabili, ripeti la tua lezione come se fosse una canzone RAP, e così via.

    Insomma, se credi di avere poca memoria, impara ad utilizzare la tua fantasia per aggiungere pepe ai tuoi pomeriggi di studio: non potrai fare a meno di ricordare.

    Frequenza

    Come abbiamo visto, le emozioni non bastano per creare un ricordo indelebile. Un ruolo molto importante è giocato anche dalla frequenza di ripetizione.

    Questo in fondo è un meccanismo molto ben conosciuto dai pubblicitari: ti bombardano con un determinato spot televisivo finché al supermercato, magari inconsapevolmente, sceglierai la loro marca di deodorante.

    Come utilizzare questa tecnica a nostro vantaggio? Come ho già avuto modo di raccontarti in passato, il mio consiglio è quello di utilizzare un “protocollo di ripetizione“, eccotene un esempio:

    Ogni 50 minuti di studio, fai un elenco dei punti che desideri ricordare e ripassali per 10 minuti (creando così sessioni di studio di 1h) .
    Al termine della giornata (prima di andare a dormire), ripassa l’elenco dei punti chiave per 10 minuti.
    Dopo 3 giorni, ripassa per l’ultima volta l’elenco dei punti chiave per altri 10 minuti.

    Questi rinforzi ti aiuteranno a stampare in modo indelebile nella tua memoria ciò che vuoi ricordare.


    Tempo

    L’ultimo elemento della formula segreta della memoria è forse quello più trascurato ed è forse la causa principale dei troppi studenti fuori corso che ci sono in Italia.

    Per preparare un esame efficacemente non devi mai trascurare il fattore tempo: come visto spiegando la formula della memoria, riuscirai a memorizzare tanto più un insieme di informazioni quanto più vi sarai esposto in modo “massiccio” in un lasso di tempo LIMITATO.

    Questo in fondo è il metodo di funzionamento dei corsi intensivi ed è il motivo che ne ha decretato il successo.

    Per lo stesso motivo dovresti riuscire a dare un esame subito dopo averne frequentato le lezioni, concentrando in pochi mesi la fase di apprendimento e studio. Se questo non ti è possibile, ricordati del fattore tempo quando pianifichi la tua sessione di esami universitari: concentra quanto più possibile lo studio di un esame, evitando di passare da una materia all’altra e diluendo così la tua preparazione. Se vuoi approfondire come i limiti di tempo possono aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi, ti consiglio di darti una letta alla “Legge di Parkinson“.

    “Studia Meno, Studia Meglio” (questo il titolo provvisorio della guida) ha proprio l’ambizione di fornirti questo approccio “olistico” allo studio, ma non voglio svelarti altro: ti darò tutti i dettagli nelle settimane a venire.

    Per adesso ti auguro buona settimana, alla prossima.

    Fonte di questo bellissimo articolo
     
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0 replies since 3/10/2012, 09:16   974 views
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