Parafrasi Proemio Iliade fino 52

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    le rivoluzioni sono le locomotive della storia

    Group
    Member
    Posts
    40,912
    Stima
    0
    Location
    Roma

    Status
    Anonymous

    Cantami, o dea, l'ira ostinata del Pelide Achille, 1 che fu tanto funesta e recò agli Achei dolori senza fine: spedì giù ad Ade in gran numero forti anime di prodi guerrieri, e i loro corpi lasciava là in balia di cani e uccellacci d'ogni sorta. Veniva così compiendosi la volontà di Zeus, 5 fin da quando si scontrarono a parole e si divisero da nemici l'Atride signore di uomini e il divino Achille. Ma chi degli dei li spinse a contrastare con violenza? Fu il figlio di Latona e di Zeus. Era lui in collera con il re supremo, e fece sorgere per il campo una pestilenza maligna, perivano via via i combattenti. 10 E la ragione fu che l'Atride non rendeva onore a Crise là sacerdote. era venuto, questi, alle celeri navi degli Achei: voleva liberare la sua figlia e si portava un infinito riscatto Con la mano reggeva le sacre bende di Apollo arciere, avvolte in cima allo scettro d'oro: e supplicava tutti gli Achei, 15 e in particolare i due Atridi, reggitori di popoli. Diceva: «Atridi, e voi altri Achei dai buoni schinieri, vi concedano gli dei che hanno le case sull'Olimpo, di distruggere la città di Priamo e di far felice ritorno in patria. Ma voi liberatemi la mia cara figlia e accettate i doni qui del riscatto, 20 per rispetto e venerazione verso il figlio di Zeus, Apollo arciere.» Allora tutti gli altri Achei approvarono acclamando e dicevano di aver riguardo del sacerdote e di prendere gli splendidi doni. Ma la cosa non garbava, in fondo, all'Atride Agamennone: anzi lo scacciava via in modo villano e gli ingiungeva con dure parole: 25 «Bada, vecchio, che non abbia più a sorprenderti nei pressi delle navi, né oggi fermo qui ancora, né di ritorno un domani, ti avviso: non ti gioverebbe lo scettro con la benda del dio. Lei io non la libererò: prima, sì , le verrà addosso la vecchiaia là nel nostro palazzo, in Argo, lontano dalla patria, 30 tra le faccende del telaio e gli incontri nel mio letto. Ma tu vattene! Non mi irritare, se vuoi tornar sano e salvo.» Così parlava: tremò di paura quel vecchio e ubbidiva all'ordine. Si mosse in silenzio lungo la riva del mare rumoreggiante: e andava allora in disparte e con fervore rivolgeva, il vegliardo,pregò 35 ad Apollo sovrano, figlio di Latona dalla bella capigliatura. «Ascoltami, o dio dall'arco d'argento, tu che ami proteggere la città di Crisa e la santa Cilla e regni sovrano su Tenedo, o Sminteo, se mai ho coperto di frasche un luogo sacro che ti fosse caro; o se mai, ricordi, ti ho bruciato grasse cosce 40 di tori e di capre, portami a compimento questo voto: fagli scontare, ai Danai, le mie lacrime con i tuoi dardi!» Così diceva pregando: e l'ascoltò Febo Apollo. Scese giù dalle vette dell'Olimpo profondamente sdegnato, tenendo a tracolla l'arco e la faretra ben chiusa. 45 Tintinnarono i dardi all'omero del dio in collera, al suo primo muoversi: e camminava scuro, pareva la notte. Si collocava allora distante dalle navi e scoccò una freccia: un orrendo ronzio venne dall'arco d'argento. Prima raggiunse i muli e i veloci cani, 50 poi sugli uomini tirava le aguzze frecce e via via li colpiva. Sempre ardevano roghi di cadaveri - fitti fitti. Per ben nove giorni sul campo arrivavano i dardi del dio: a l decimo, Achille fece convocare in assemblea l'esercito intero. Gliel'aveva suggerito la dea dalle candide braccia, Era : 55 si rattristava per i Danai a vederseli morire. Quando si furono adunati, in piedi là in mezzo alzandosi a loro parlò Achille piede rapido: «Atride, ora siamo ricacciati indietro, non ci resta, penso, che far ritorno, se pur riusciamo a sfuggire alla morte.

    RIASSUNTO:Cantami, o Diva, del pelide Achille l'ira funesta, che infiniti addusse lutti agli Achei, molte anzi tempo all'Orco generose travolse alme d'eroi e di cani e d'augelli orrido pasto lor salme abbandonò (cosi di Giove l'alto consiglio s'adempìa),da quando primanente disgiuse aspra contesa il re de' prodi Atride e il divo Achille

    2) Canta, o dea, l'ira di Achille, figlio di Peleo, rovinosa, che mali infiniti provocò agli Achei e molte anime forti di eroi sprofondò nell'Ade, e i loro corpi fece prede dei cani e di tutti gli uccelli;si compiva il volere di Zeus, dal primo istante in cui una lite divise l'Atride, signore dei popoli, ed Achille divino

     
    .
0 replies since 9/2/2012, 14:51   8853 views
  Share  
.