Sputi, minacce e insulti: zingari seminano panico tra i commercianti di Ceriale. Petizione pro-sicur

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    Ceriale. Una signora che si è rifiutata di fare l’elemosina s’è vista sputare in faccia. Una commerciante, invece, è stata spintonata con tanto di minacce solo per aver offerto loro una brioche invece dei soldi richiesti, peraltro con una certa prepotenza.
    Sono una trentina i negozianti del “budellino” di Ceriale che, da tempo, non vivono sonni – né veglie – tanquilli. Visite sgradite costellano le loro giornate, con stranieri che entrano nei loro esercizi commerciali, pretendendo denaro senza tanti complimenti e reagendo nei modi più imprevedibili davanti ai rifiuti ricevuti. Insulti, minacce (“se non mi dai i soldi torno a rubare”) e piccole violenze che impediscono ai negozianti di vivere e lavorare con tranquillità.
    In particolare sarebbe un gruppo di zingari a preoccupare: qui raccontano che ci sono settimane in cui i “bulletti” stranieri entrano nei bar e nei negozi anche quattro o cinque volte al giorno, e altri periodi, come in queste ultime 48 ore, in cui non si vedono affatto. Quando ci sono, però, sono guai.


    “L’altra mattina ho offerto loro una brioche e, per tutta risposta, mi hanno rivolto parole sgradevoli per poi gettare il dolce nel bidone della spazzatura – dice Luca, del bar latteria di piazza della Vittoria – Vogliono i soldi e basta. E, se non li accontenti, ti minacciano esplicitamente. Molti di noi hanno subito piccoli furti: approfittano dei momenti in cui vi sono altri clienti per rubare”.
    “Io sono stata anche spintonata solo per aver chiesto di non disturbare gli altri avventori del locale – dice la compagna del titolare del bar – ‘Ma chi ti credi di essere? Mica è casa tua questa!’ mi hanno perfino detto. Si tratta di una famiglia di zingari e di qualche altro soggetto di colore. Ci sono settimane in cui non passa un solo giorno senza vederli”.
    E’ per questo che i commercianti del centro storico di Ceriale hanno sottoscritto una petizione per chiedere maggiori controlli. “I vigili passano, ma spesso non a piedi, e non si accorgono di ciò che accade. Bisognerebbe avere un vigile di quartiere” è il pensiero comune.
    “Pensi che proprio loro ci accusano di essere razzisti! – aggiunge il signor Vito, titolare del negozio di abbigliamento “Ciao Ciao” nel “budellino” – Cioè: vengono nei nostri negozi, infastidiscono i clienti, rubano e poi, se reagiamo, ci accusano di razzismo? Assurdo. Ad una signora hanno perfino sputato in faccia. Noi siamo per l’accoglienza, sì, ma pretendiamo rispetto e di lavorare tranquilli”.
    “Ormai dobbiamo organizzarci tra noi commercianti e guardarci le spalle a vicenda – continua il signor Vito – Eppure basterebbe che chi di dovere vigilasse. Non ce l’abbiamo con nessuno, ma vogliamo essere tutelati. Se così non sarà, dovremo prendere provvedimenti da soli”.
     
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