[Racconti Erotici Reali] Il pompino della liceale

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    Ada era in un bar aspettando un caffè indispensabile per rimanere sveglia durante la lezione. Alla sua sinistra, un signore distinto aspettava anche lui il caffè. Era primavera e Ada indossava un vestito leggero e svolazzante che lasciava in bella evidenza le sue lunghe e affusolate gambe. Al signore distinto, di nome Michele, apparivano soprattutto le tette, prepotenti come tutte le tette delle ragazze sane dell’età di Ada. Prepotenti perché la ragazza le costringeva in un reggiseno di almeno una misura più piccola. L’effetto era che sembrava che volessero esplodere da un momento all’altro. Il barista, intento a pulire la macchina del caffè, si stava attardando ad evadere l’ordine.

    “È una modella, un’indossatrice?” chiese a bruciapelo Michele.

    “No, no, proprio no “ rispose sorridente Ada.

    “Avrei detto il contrario – insisté Michele – Forse l’ha fatto in passato. Ha esattamente il fisico giusto per fare la modella.”.

    “No, no, nemmeno. Mai fatto la modella, sono una studentessa”

    “Complimenti per la sua carriera scolastica e per il personalino da modella. È raro vedere ragazze con le sue doti che puntano a una carriera concreta, piuttosto che correr dietro ai richiami mondani spesso deludenti. Lei, comunque, non avrebbe avuto delusioni!”.

    “La ringrazio. È molo gentile da parte sua. Non so se ho le doti giuste e per questo non ci ho mai pensato ed ho ripiegato sullo studio”.

    “Ah no! Io me ne intendo. Lei ha tutte le sue cosine a posto, glielo assicuro. La scelta di studiare è lodevole, ma non può essere un ripiego. Non per lei. Non le interesserebbe nemmeno essere una modella?”.

    “Bhè, certo che mi piacerebbe, ma non saprei come fare. E poi, come le ho detto, non so se io sia all’altezza”.

    “Bhè questo lo lasci dire a me che sono del mestiere. Ho un’agenzia fotografica e ragazze ne vedo tutti i giorni. Lei, oltre al fisico giusto, ha qualcosa in più. Si muove con abilità”

    “Se lo dice lei …. che ha un’agenzia …..”

    “Glielo assicuro! Guardi la mia agenzia non ha in portafoglio lavori che richiedano volti nuovi. Se le interessa, però, posso proporla a un mio collega. Le modelle guadagnano bene, sa? Una modella alle prime armi può guadagnare da 200 a 500 euro il giorno che, moltiplicato per 200 giorni l’anno, fanno centomila euro. Non male, non crede?”

    “Accidenti, una bella cifra!“

    “Non deve fare altro che chiedere!”

    “Mha! Non so” disse Ada che cominciava a temere qualche tranello.

    “Ah, come vuole. Io non ci perdo nulla. Mando un messaggio whatsapp al mio amico …. e lui mi dirà se è ancora alla ricerca”

    “Va bene ….. “

    Michele mandò il messaggio.

    “Ah! Ecco, mi ha già risposto …….. - disse Michele - ….. dice che è alla ricerca di volti nuovi. Lei è sicura di non aver mai lavorato come modella?”.

    “Sì, sì, certo, mai fatto nulla!” rispose Ada con un filo di speranza.

    “….. per lui è molto importante un volto nuovo. Vuole una foto del suo volto e qualche misura….. la foto gliela faccio con il mio smartphone e gliela mandiamo immediatamente. Misure?” disse Michele mentre aveva cominciato ad armeggiare con il suo smartphone per ritrarre il volto di Ada.

    “Sono alta 175 cm, le misure sono 80, 60, 70!”

    “Bene, foto inviata. Ora invio le misure. Sediamoci al tavolino per bere il caffè e aspettiamo la sua risposta”.

    Passò ancora qualche minuto e Michele ricevette un messaggio e disse: “Ah! Bene. Dice che il suo viso sembra molto nuovo. Che se effettivamente è così fotogenica potrebbe garantirle 150 euro il giorno. Se avrà successo, dopo due o tre anni, potrebbe raddoppiare.”.

    “Ah, però, non è moltissimo!”

    “Bhè, mi lamenterò un po’ di questa tirchieria. …… - Michele ricevette un altro messaggio - …… il mio amico dice che se vuole può arrivare fino a 500 euro il giorno, ma solo per foto di lingerie e allora è necessario che la modella non si vergogni troppo davanti alla macchina fotografica. Lei si vergogna? Ha mai scattato foto in lingerie? Magari con il suo fidanzato…….”

    “No, mai fatto foto in lingerie? Non so se mi vergognerei…..”

    Chiacchierarono ancora qualche minuto, poi Michele lesse un nuovo messaggio arrivato.

    “Dice che se lei è disponibile ha proprio un servizio da fare lunedì prossimo. Deve essere sicuro che lei si farà fotografare. 500 euro al giorno per almeno tre giorni di foto”

    Ada deglutì. “Cavolo! – pensò tra se – 1500 euro mi farebbero proprio comodo. Potrei comprare un vestito e scarpe nuove per la prossima festa”. Poi rivolta a Michele, disse: “Non so, potrei provare……”.

    “Bene glielo comunico subito……. – disse Michele, che dopo meno di un minuto ricevette un altro messaggio – affare fatto, dice. Vorrebbe, però, esser sicuro del suo fisico. Se lui, sicuro di avere la modella giusta, scoprisse che non è all’altezza, sarebbe una vera tragedia per la sua agenzia non potendo consegnare il lavoro. Mi chiede qualche sua foto in lingerie!”

    “Mha! Non ne ho, non ne ho mai fatte. Non so…….”

    “Se vuole, poso farle qualche foto con lo smartphone e gliele mando….”

    “Dove? Qui? Ora?”

    “Sì. Ora, ma non qui andiamo nel mio ufficio…..”

    “Ma, io devo andare a scuola……”

    “Signorina, non so cosa dirle…….. non ha mai fatto fuga?”

    Andarono nel suo ufficio. La fece spogliare e Ada rimase in perizoma e reggiseno. Era bellissima e sensuale. Le fece assumere pose diverse, davanti, dietro, di lato. Le chiese di togliere il reggiseno: “Ha un bel seno. Se il mio amico lo vede e vede che non ha problemi di vergogna, sarà più convincente.”.

    Ada, si fece pregare un po’ e poi tolse il reggiseno. Dopo i primi scatti, durante i quali era un po’ impacciata, si rilassò e si lasciò fotografare senza alcuna remora. Poi Michele mandò con whatsapp le foto al suo amico. “Aspetti a rivestirsi, potrebbe chiedere delle pose diverse. “

    Arrivò la risposta. “Mi spiace, signorina. Il mio amico dice che lei è troppo giovane e che la sua età si vede nelle foto …… Per questa volta non se ne fa nulla. Ha preso nota di suoi dati. La richiamerà appena avrà bisogno”

    Sul volto di Ada scese la delusione e Michel se ne accorse.

    “Mi spiace! Immagino che quei soldi le avrebbero fatto comodo”.

    “Sì, molto!” Disse laconica Ada

    “Facciamo così! I soldi dell’anticipo glieli do io e, in cambio …. lei mi fa un regalino”

    “Un regalino? Che regalino?”

    Michele tirò fuori dal portafoglio tre banconote da 100 euro e li porse ad Ada. “Ecco questi sono i soldi. Controlli. A vederla così, nuda e sensuale, mi sono eccitato. Immagino che anche lei sia eccitata … e ora è tutta bagnata, vero? Ecco, il regalino …. in cambio dell’anticipo ….. un pompino”.

    “Sta scherzando? È impazzito? Mi ha preso per una puttana?”

    “No, non sto scherzando. Credo che lo scambio sia equo. E non credo che lei sia una puttana. Le puttane stanno ai lati delle strade, non fanno storie e per un pompino guadagnano 50 euro.”.

    Ada era scioccata. Era come in trance e in trance prese i soldi che Michele le offriva. I soldi le servivano. “Non so – disse – non l’ho mai fatto”

    “Non ha mai fatto un pompino al suo ragazzo? Non ci credo!”

    “Sì, certo …. A lui li ho fatti, ……. Ma così ….. la conosco appena!”

    “Suvvia, in dieci minuti guadagnerà un bel gruzzoletto e nessuno lo saprà mai. Nemmeno il suo ragazzo. Dieci minuti ...... poi se ne andrà per negozi a comprarsi qualcosa che le piace.”

    Ada ci pensò ancora. Era proprio indecisa e combattuta. Non era sicura che fosse bene, ma quei soldi le facevano comodo. Si sentiva sporca, aveva paura ma, nello stesso tempo, sentiva come una specie di eccitazione che le saliva dal basso, dall’inguine, qualcosa che non aveva mai provato prima. Ne aveva fatti molti di pompini nella sua breve vita e non solo al suo ragazzo, ma anche a un sacco di suoi amici che, infatti, le erano stati grati. Nemmeno il pagamento era una novità. Aveva scoperto, qualche anno prima, che c’erano ragazzi che le pagavano la ricarica telefonica o le davano la paghetta della mamma (una ventina di euro) per farsi spompinare. E lei spompinava. Era brava! Un servizio rapido e pulito. Ma ora era un’altra cosa. Era passata al professionismo.

    Finalmente, con un fil di voce, Ada disse: “Va bene! Farò quello che posso, non so se sarà soddisfatto ……”.

    Ada s’inginocchiò davanti a Michele, gli sbottonò i pantaloni, estrasse il cazzo non ancora completamente eretto e lo scappellò. Lo teneva con due dita della mano destra, tirò fuori la lingua e lo leccò. Poi lo leccò ancora tutto intorno, mentre con la sinistra gli prese i coglioni a cucchiaio e, con la destra, prese a segarlo. Michele soffocò un paio di gemiti di piacere e Ada pensò che se la sarebbe cavata con una semplice sega. Provò a farlo venire subito così da sbrigarsi con poco danno, senza fare altro.

    Ada era esperta nel fare le seghe ai ragazzi perché in questo modo, quando ancora le faceva schifo prenderlo in bocca, cercava di farli venire prima possibile e salvarsi dal pompino. Ma questa volta non funzionò.

    Michele le prese la testa e la spinse sul suo cazzo. Lei aprì la bocca e lui entro in profondità. Poi, si piegò in avanti per afferrare i bellissimi seni di lei. Le palpò le tette, le strinse, facendole anche un po’ male, poi, uno per volta, strinse i capezzoli e disse: “Avanti! Lo prenda tutto in bocca. Lei ha un bellissimo seno. Forse perché giovane ….. forse perché è la natura, ma è molto bello. Anch’io ho un bel cazzo. È grande, vero? È così grande quello del suo ragazzo? …. mi faccia vedere come fa bene i bocchini a quel frocetto del suo ragazzo”.

    Ada aprì la bocca e fece un po’ di fatica per prenderlo tutto. Era davvero grande. Contemporaneamente le uscì una lacrima per lo sforzo di farlo entrare.

    “Suvvia, non faccia così! Il suo ragazzo non lo saprà mai e vedrà che le piacerà molto.”.

    Ada annuì e cominciò a succhiare. Michele sentì subito un gran piacere invadergli il corpo e in poco tempo il sangue aveva riempito i corpi cavernosi del suo cazzo che ora sembra voler esplodere. Ada succhiava bene e Michele gemeva e godeva ma non dava segni di voler venire. Ada aveva la mandibola dolorante.

    “Sei molto brava. Continua ……. continua così.” Disse Michele passando, viste le circostanze, dal “lei” al “tu”.

    Le prese di nuovo la testa fra le mani per poterla guidare. Ormai non era più lei che succhiava, ma era lui che le scopava la bocca, usandola come un buco per cazzi, come un oggetto. Ada si rese conto che, mentre lui godeva rumorosamente, lei si stava eccitando sempre di più e la sua passerina si era riempita di succo dolce e profumato. Portò la mano libera alla passerina e cominciò a sditalinarsi. Improvvisamente il leggero dolore alla mandibola si acuì e si divincolò liberando la testa dalle mai e dal suo cazzo.

    “Mi fa male la mandibola. Il suo cazzo è davvero grosso.”

    “Capisco, ma così ci metteremo delle ore! Non avrai tempo per lo shopping. – rispose seccato Michele. Ci pensò un attimo e proseguì - Alzati e piegati sulla scrivania”.

    “Coosa?? No, no, non erano questi i patti, aveva detto che voleva solo un pompino e poi che mi avrebbe lasciato andare”.

    “Zitta, non fare storie. In questo modo il pompino può durare due ore ed io ho molto da fare!”.

    Ada non si oppose, ma le lacrime ripresero a scenderle sulle guance. Si sentiva sporca. Si alzò e lentamente si piegò sulla scrivania offrendo a Michele una splendida visione del culetto candido e del perizoma nero. Michele, immediatamente, cominciò a palparle il bel culo e poi mise le mani in mezzo alle cosce, salendo fino all’inguine.

    “Sei tutta bagnata, puttanella! Sei la regina dei cazzi – disse Michele mentre aveva cominciato ad abbassare il perizoma – allarga le gambe …. vedrai ti piacerà ancor di più!”

    Ada era preda di mille pensieri. Si sentiva raggirata, imbrogliata e soprattutto si sentiva una vera zoccola, una puttana. Tra le lacrime silenziose, allargò le gambe sperando che lui la prendesse con foga. E lui la penetrò, immediatamente. Ada soffocò un grido di dolore e, quando lui cominciò a pomparla, forti fremiti le pervasero il corpo, facendola godere come una pazza. Ada non si rendeva più di quel che faceva, si sentiva piacevolmente guidata dalle mani di lui, scopata fin alla radice della figa, riempita di un cazzo che diventava sempre più gigante. Non riusciva più a soffocare i suoi profondi gemiti si piacere, a nascondere il respiro sempre più affannato.

    Michele la sbatteva con forza e con vigore la spingeva contro la scrivania obbligandola a reagire spingendo all’indietro il corpo, permettendogli di entrare sempre più in profondità, violando la sua intimità. Ada non aveva mai provato un piacere così forte, così intenso. Si lamentò, urlò e pianse e lui continuò imperterrito a fotterla, facendola urlare di piacere.

    Dopo una ventina di minuti di quella sana ginnastica, durante i quali aveva raggiunto almeno un paio di volte l’estasi strema, Ada cominciò a sentire il cazzo di Michele vibrare. E vibrava, vibrava forte in quella fighetta stretta stretta, regalandole un supplemento di piacere e l’annuncio che lui stava per inondarla di sperma caldo e profumato.

    Per tempo Michele sfilò il cazzo dalla figa di Ada e si svuotò sulla schiena di lei procurandole un ulteriore brivido di piacere.



    “Brava la mia puledra! Mi hai fatto proprio godere! Ci siamo fatti proprio una bella scopata. Ora leccami e puliscimi bene il cazzo, non ho voglia di un bidè” Ada, servizievole, si girò verso Michele e si lasciò cadere sulle ginocchia e mentre sentiva lo sperma colarle lungo la schiena, gli prese il cazzo in bocca per succhiare tutto il nettare rimasto.
     
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