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Avevo accompagnato mia nonna all'ospedale, per una visita specialistica. Mia nonna era entrata nello studio del dottore mentre io mi ero accomodato su una delle sedie di plastica della piccola sala d'aspetto, in quel momento deserta. Ne avrei avuto per una buona mezzora e mi ero quindi previdentemente munito di giornale. Avevo da poco iniziato la lettura quando irruppe nella sala una bella ragazza in camice bianco, forse un'infermiera o una giovane dottoressa, visibilmente agitata. Teneva fra le mani un barattolino di plastica trasparente dal tappo rosso ed un tovagliolino di carta. Dopo essersi guardata intorno, forse alla ricerca di nessuno in particolare, puntò titubante nella mia direzione.
"Mi scusi" esordì imbarazzata "potrei chiederle una.... cortesia?"
"Mi dica" Le risposi sorridendo.
"Oddio! Non so da dove iniziare. Ho combinato un guaio: per una sbadataggine ho danneggiato il campione di liquido seminale sul quale dovevo eseguire uno spermiogramma di prova. Vede, sto facendo tirocinio ed il primario ha già un giudizio negativo su di me: se scoprisse anche questa.... Se lei fosse così gentile da donarmi un campione di sperma le sarei molto grata. Naturalmente ha la mia parola che mi sbarazzerò del liquido seminale, subito dopo la prova, e che il materiale genetico non sarà assolutamen...."
"Scusi" la interruppi confuso "ma io cosa dovrei fare esattamente?"
"Be, dovrebbe depositare il suo sperma in questo barattolino.... in modo naturale, intendo" disse sorridendo ed indicando la porta della toilette alla mia destra.
"Questa poi!" Dissi imbarazzato a mia volta.
"La prego" miagolò spalancando gli occhioni verdi e facendo immediatamente breccia nel mio cuore ed altrove.
Senza risponderle, presi titubante dalle sue mani il barattolo e mi avviai incerto verso il bagno.
"Tenga anche la carta" disse rincorrendomi " ....per coprire il barattolo, dopo."
Prima di chiudere la porta mi venne la tentazione di chiederle di darmi una mano; ma la ragazza, forse prevedendo la mia proposta, si era tenuta pudicamente e prudentemente a distanza.
"Grazie mille. Non sa da che pasticcio mi toglie." disse mentre mi chiudevo dentro.
Il bagno ero semplice ma pulito ed aveva un forte odore di disinfettante. Appoggiai il barattolo aperto sul bordo del lavandino e portai la mano alla cerniera dei pantaloni. In quel momento mi resi conto dell'assurdità della situazione e di quanto fossi nervoso.
Il mio pene era piccolo e flaccido come raramente l'avevo visto. Provai ad accarezzarlo ed a manipolarlo senza ottenere la minima reazione.
Allora pensai alla ragazza che stava oltre la porta. Immaginai che fosse la sua mano ad afferrarlo e ad accarezzarlo dolcemente. A questo pensiero il pene divenne un po' barzotto; allora insistetti. Cercai di ricordarmi altri particolari di lei: il bel seno, la curva dei fianchi, ben disegnata. Purtroppo non ero riuscito a vederle il culo, ma avrei scommesso che fosse anche quello notevole. Lo immaginai. Poi immaginai lei impegnata con me in varie acrobazie erotiche e presi a masturbarmi con foga. Purtroppo, nonostante l'impegno, dopo svariati minuti ero ancora lungi dal venire.
"Come va?" Sentii domandare attraverso la porta. "Mi spiace farle premura ma non ho molto tempo"
"Ehm, ho qualche difficoltà a trovare l'ispirazione" risposi imbarazzatissimo.
"La prego. Faccia in fretta" mi supplicò.
Improvvisamente, innervosito, decisi di osare. In fin dei conti ero io a fare un favore a lei. Se proprio voleva il suo campione di sperma doveva guadagnarselo.
Riposi velocemente l'arnese nelle mutande ed aprii la porta. Il sorriso della ragazza mutò subito in una smorfia di delusione e preoccupazione quando vide che non avevo in mano il barattolo.
"Senta" Le dissi senza darle il tempo di parlare "con tutta la buona volontà, io ci ho provato, ma LUI oggi non vuole collaborare. Forse se lei provasse a convincerlo...." conclusi sorridendo.
Di fronte al suo palese imbarazzo ed alla sua indecisione, presi l' iniziativa e, afferratola per un braccio, la trascinai dentro la toilette prima che avesse il tempo di reagire; poi richiusi la porta.
"Va bene" mi disse nervosissima "Ma facciamo in fretta".
Senza farmelo dire due volte, mi riabbassai nuovamente la cerniera. Il cazzo nel frattempo si era quasi del tutto ammosciato, ma il solo trovarmi esposto di fronte all'impaccio di lei bastò per ottenere una rapida e potente erezione.
"Forse c'è qualche speranza" dissi orgoglioso del risultato.
Vincendo le ultime remore, la ragazza afferrò con una mano il mio pene ed iniziò un delicatissimo andirivieni, quasi avesse per le mani una preziosa provetta di vetro che non volesse rompere. Il contatto con la sue dita fu celestiale e non seppi trattenere un profondo sospiro di piacere e soddisfazione. Le afferrai la mano e la serrai fortemente attorno alla mia asta; quindi le imposi un ritmo più forzato:
"Se no finiamo domani!" Dissi sorridendo, per giustificarmi.
A questo punto avrei anche potuto venire in fretta. Però ero deciso a gustarmi al meglio la situazione.
Finsi di perdere il controllo e le appoggiai una mano sul seno.
"Si, così! Forse ci siamo!" dissi in fretta per giustificare il mio gesto, ma cominciando contemporaneamente a palparla attraverso il camice con decisione.
La ragazza, visibilmente contrariata, fece una smorfia di disapprovazione, ma allettata dalla prospettiva di ottenere il tanto desiderato sperma, mi lasciò fare.
Ne approfittai per impastarle il seno con entrambe le mani. Inequivocabilmente si stava eccitando anche lei. Allora, fattomi più audace, le infilai una mano nella scollatura del camice e della sottostante camicetta. Per non rischiare di vedersi rompere l'ultimo bottone, la ragazza lasciò momentaneamente la presa del mio uccello e si sbottonò un poco per facilitarmi l'operazione. Era arrossita violentemente. Raggiunsi in fretta una coppa del reggiseno, mi ci infilai con le dita e presi a giocare con un capezzolo. Poi fu la volta dell'altro. Poi presi l'intera mammella nella mano. La ragazza si lasciò scappare un mugolio di piacere. Allora cercai subito le sue labbra.
Mi cedette immediatamente. Irruppi nella sua bocca con la lingua per aggrovigliarla alla sua. Lei mi gettò il braccio libero al collo, continuando a baciarmi con passione.
Mi staccai per un attimo e la osservai esultante.
"Ma che bel pomeriggio!" dissi euforico "Chi l'avrebbe mai immaginato!"
"Ehm, se però adesso volessi venire" replicò lei, che nel frattempo non aveva mai interrotto il suo piacevole massaggio.
Mi venne una nuova, malsana idea. Mi feci improvvisamente serio: le posi una mano sulla nuca e spinsi delicatamente la sua testa verso il basso, invitandola a piegarsi, in modo inequivocabile. La ragazza, perplessa, alzò gli occhi verso di me, cercando inutilmente le parole che non riusciva a trovare per opporsi. Infine, rassegnata, si inginocchio e appoggiò delicatamente le labbra sul mio glande. Gemetti di piacere. Tenevo ancora la mia mano appoggiata sulla sua nuca e ne approfittai subito per spingerla, deciso, verso di me. Contemporaneamente spinsi anche col bacino: mezza asta le entrò in bocca. Lei non era certo alle prime armi perché serrò immediatamente le labbra ad anello su di me ed iniziò un andirivieni con la testa, succhiando forte.
Capii subito che non sarei riuscito a resistere a lungo. Al momento avrei voluto - e forse potuto - ottenere anche di più, ma la ragazza si era certamente meritata il suo campione di sperma e negarglielo ancora sarebbe stata una cattiveria troppo grossa. Per un attimo però ebbi la visione di lei piegata sul lavandino: fui quasi tentato di realizzare quanto immaginato. Il pensiero comunque bastò - unito all'ottimo lavoro che lei stava eseguendo - per farmi raggiungere improvvisamente l'orgasmo:
"VENGO" Esclamai ricordandomi improvvisamente della finalità di quel rapporto.
La ragazza si staccò subito da me, cercò ed afferrò velocemente il barattolo che per fortuna era scoperto, sul bordo del lavandino, e lo posizionò rapida attorno al mio glande giusto in tempo per ricevere, tipo guantone da baseball, il primo, potente schizzo di sperma, cui fece seguito solo un secondo, molto meno violento. Il resto del seme sgorgò invece placido ed io rimasi un po' deluso di non essere riuscito a versarne almeno un poco fuori dal barattolo. Quando ebbi finito di eiaculare, guardai altrettanto deluso il liquido nel barattolino: non sapevo se fosse poco o tanto, se avevo fatto bella figura oppure no. Inoltre, il liquido seminale, che ora colava disgustoso dalle pareti che aveva lordato, non era certo bello a vedersi: un po' trasparente e un po' bianco sporco, quasi giallastro.
Il mio imbarazzo però passò subito quando vidi il volto raggiante di lei. Dopo aver raccolto anche l'ultima goccia, tappò rapidamente il barattolo e l 'avvolse nel fazzoletto di carta.
"Ottimo!" Esclamò soddisfatta "Non so come ringraziarti".
"Credo che tu l'abbia già fatto!" Le risposi scontato ma sincero.
La ragazza non aspettò neppure che mi fossi ricomposto ed aprì veloce la porta. Poi si fermò sulla soglia e mi guardò riconoscente.
"Se ti servissero altri campioni...." dissi io per rompere l'imbarazzo.
"Io mi chiamo Sara.... lavorerò qui ancora per un mese.." Disse sorridendomi prima di richiudere la porta.
"Sara...." ripetei a bassa voce per fissarlo nella mia memoria..
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